F1, ALBORETO, ENZO FERRARI: “A MICHELE DOBBIAMO UN MONDIALE”

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Giovedì è stato il ventitreesimo anno dalla scomparsa di Michele Alboreto, al tempo stesso è stato un grande uomo e pilota, che era riuscito come in pochi hanno fatto, a conquistare Enzo Ferrari. Con le vittorie a Las Vegas nel 1982 e a Detroit nel 1983, convinse il Drake, restio a prendere un pilota italiano dopo la morte di Luigi Musso, ad ingaggiarlo.

Fiducia che venne ripagata nel Gran Premio del Belgio 1984, dove Michele fece risuonare l’inno di Mameli sul podio, a diciotto anni dall’ultimo successo di Ludovico Scarfiotti, ma soprattutto nel 1985. Alboreto fino a Monza lotta per il mondiale con Alain Prost, ma i problemi d’affidabilità della 156-85 fece sfumare il suo sogno. Enzo Ferrari furioso per quel finale di stagione, tanto da far cambiare fornitore di turbine, a Franco Gozzi disse: “A Michele dobbiamo un mondiale”.

Purtroppo non sarà così, ma la Ferrari nel 1986 e 1987 non sarà competitiva, ed anche nel 1988, quando scomparse il Drake, e a poche settimane di distanza, la Rossa piazza la doppietta a Monza. Per Alboreto, nonostante il duello perso con Gerhard Berger, sarà il viatico all’addio alla Scuderia di Maranello, a fine gara dedicherà quel secondo posto ad Enzo Ferrari. “Vorremmo tutti quanti che fosse qui a vedere cosa abbiamo fatto oggi”.

Alboreto lascerà la Formula 1 nel 1994, e vincerà la 24 Ore di Le Mans con la Porsche nel 1997, e infine pochi mesi prima di quel tragico incidente al Lausitzring, vinse la 12 Ore di Sebring con l’Audi. Alboreto ha lasciato un ricordo indelebile, ma le parole più giuste per ricordarlo, sono scritte da colui che l’ha voluto fortemente in Ferrari, il Drake. “Sono note le mie simpatie per Michele Alboreto. E’ un giovane che guida tanto bene, con pochi errori. E’ veloce, di bello stile: doti che mi rammentano Von Trips, al quale Alboreto somiglia anche nel tratto educato e serio. Ho sostenuto che è tra i sei migliori della Formula 1”.

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