MOTO GP: BILANCIO MONDIALE 2019

Vediamo chi sono stati i Protagonisti Promossi e Bocciati, del mondiale 2019.

PROTAGONISTI

Marquez: Dominatore come nel 2014, con 12 vittorie 18 podi record di punti in Moto Gp e poleman dell’anno. Già dal Qatar lottando fino alla fine con Dovizioso, aveva fatto capire a che tipo di campionato avremmo assistito. Ha commesso un solo errore ad Austin, da quel momento non ha sbagliato più nulla arrivando alla pausa estiva, con il titolo già in tasca che dopo i 2 posti di Austria-Silverstone ha messo al sicuro, con il tris Misano-Aragon-Buriram laureandosi per la sesta volta, campione del mondo.

Dovizioso: Per il 3 anno consecutivo, deve accontentarsi di essere vice campione del mondo, a causa di una GP19 non competitiva come le GP17-GP18 le cadute di Jerez e Silverstone, che hanno fatto andare in fuga Marquez. Se fino alla Germania non aveva convinto, con Petrucci sempre vicino in gara e campionato, nella 2 parte di stagione anche stimolato dalle voci sul possibile ritorno di Lorenzo, ha cambiato marcia e messo una pezza ai problemi, della Ducati.

Quartararo: Rokie of the year e grande sorpresa, arrivato in top class fra lo scetticismo è stato subito velocissimo, alla Cattedrale ha ottenuto la 1 pole al Montmelò è salito per la prima volta sul podio, ripetendosi ad Assen. Dalla ripresa del campionato, ha trovato una maggiore costanza di rendimento sfiorando in Thailandia e a Valencia la 1 vittoria in top class, chiudendo 5 nella classifica piloti.

Honda: Cuce addosso a Marquez, la moto perfetta per il suo stile di guida con un motore più potente recuperando il gap dalla Ducati, a costo di mettere in difficoltà gli altri piloti. L’investimento è stato ripagato, infatti il Cabroncito da solo gli ha fatto vincere oltre al titolo piloti e costruttori anche, la tripla corona.

PROMOSSI

Vinales: Incostante, ha iniziato male e nei primi 7 Gran Premi il miglior piazzamento è stato il 3 posto di Jerez. La svolta arriva con la vittoria di Assen, che gli fa ritrovare fiducia nei suoi mezzi anche se i problemi con le partenze, gli impediscono nelle gare successive di giocarsi la vittoria. Si è riscattato in Malesia, tornando sul gradino più alto del podio conquistando il 3 posto, in campionato.

Rins: Alti e bassi, alternando grandi prestazioni come le vittorie in America-Spagna battendo Rossi-Marquez, a molte cadute che nell’ultima parte di mondiale insieme alle difficoltà nel time attack, gli fanno perdere sicurezza ed il duello con Vinales.

Rossi: Sufficiente per i podi di Termas de Rio Hondo e Austin, ma al ritorno in Europa sono iniziati i suoi problemi. Negli anni scorsi faticava in prova, per poi scatenarsi e rimontare la Domenica quest’anno molto spesso è successo, il contrario. Se dipende dall’età, o da un box che senza Cadalora non ha funzionato lo capiremo nel 2020, dove al posto di Galbusera ci sarà Munoz.

Miller: Il pilota più cresciuto rispetto al 2018, limitando e imparando dagli errori, senza perdersi. Se ha confermato le sue qualità sul giro secco riuscendo ad essere molto spesso il miglior ducatista nelle Q2, è in gara dove ha fatto il salto di qualità salendo 5 volte sul podio. Se si ripeterà l’anno prossimo, avrà molte chance di andare nel team ufficiale nel 2021.

Morbidelli: Oscurato dall’esplosione di Quartararo, il Morbido con la M1 ha subito trovato il feeling che non aveva con la Honda, sopratutto in qualifica. Invece rispetto al francese ha faticato, nella gestione delle gomme in gara che gli sono costati piazzamenti migliori, dei quattro 5 posti ottenuti.

Fratelli Espargaro: Oltre a vincere nettamente i confronti con Zarco e Iannone, sono stati i trascinatori di Aprilia-Ktm portandole con costanza in top ten.

Mir: Ha alternato grandi prestazioni come in Olanda e Australia, ad altre in cui, è stato anonimo a causa di uno stile di guida, ancora troppo da Moto 2.

Yamaha; Il nuovo corso della casa di Iwata, le ha permesso di tornare la rivale della Honda ma se vuole provare a batterla nel 2020, dovrà concentrarsi sul motore punto debole della M1 2019, anche se la rinuncia al test team europeo rischiare di farle fare un passo indietro.

Suzuki: Stesso giudizio di Rins, protagonista ad inizio mondiale grazie al grande lavoro dello scorso inverno fatto della squadra di Brivio, in calo nella 2 parte di campionato.

BOCCIATI

Petrucci: Dopo non aver brillato nelle prime 4 gare, ha zittito i critici con la 1 vittoria della carriera al Mugello ed i podi di Le Mans e Barcellona, arrivando alla pausa estiva estiva a soli 6 punti da Dovizioso. Invece dall’Austria si è perso, come se aver alzato troppo l’asticella lo ha mandato, in crisi.

Crutchlow: Il solito Carl, passando dai podi del Qatar Assen e Phillip Island ad essere la 2 Honda, a ben 6 ritiri a causa delle tante cadute.

Bagnaia: Il rokie più in difficoltà, rispetto agli avversari che batteva in Moto 2, guidava forse la moto più difficile per un debuttante. Il 4 posto dell’Australia in cui è andato ad un passo del podio, fa essere fiduciosi per il 2020.

Iannone: Ci si aspettava di più da The Maniac, ma il suo approccio è stato diverso da quello avuto in Suzuki, lavorando più da collaudatore che da pilota, per cercare di far fare il salto di qualità all’Aprilia nel 2021.

Zarco: Ha perso la scommessa Ktm, non trovando il feeling fin dai test che ha subito reso difficile, il rapporto con la squadra austriaca. Dopo la rescissione del contratto, ha avuto una chance da Cecchinello e sembrava il viatico ad un futuro in Honda invece rischia, di dover tornare in Moto 2.

Lorenzo: Voleva sfidare Marquez con la stessa moto, ma l’infortunio prima dei test della Malesia, unito ad una RC213V troppo lontana dal suo stile di guida, non gli ha permesso di essere competitivo. Conoscendo il suo orgoglio, è difficile pensare che la carriera del Martillo sia veramente finita cosi, non ci stupiremo se a metà 2020 annunciasse. il ritorno.

Ducati: Passo indietro rispetto agli ultimi 2 anni, non migliorando il cronico problema della percorrenza in curva, perdendo la superiorità sugli avversari sul motore e gomme. Visti i rapporti tesi con Dovizioso, il pericolo è di pensare troppo al mercato piloti 2021 e non di lavorare insieme al forlivese, per tornare a sfidare Marquez.

Ktm e Aprilia: Nella stessa situazione di un anno fa, non hanno ridotto il gap dai rivali. Ma i frutti delle scelte di Pedrosa e Rivola come collaudatore ed amministratore delegato, andranno giudicate soltanto nel 2020.

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Massimiliano Amato @nocciolone

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